Assisi - Insieme per vederci meglio, ma soprattutto per prevenire gravi disturbi che se trascurati possono danneggiare irrimediabilmente la vista.
L'Istituto Serafico di Assisi e il Lions club di Assisi promuovono un'iniziativa di sensibilizzazione per prevenire i disturbi visivi che, se misconosciuti, possono portare ipovisione o cecità nei bambini che ne sono affetti.
Giovedì 13 presso l'istituto Serafico sarà possibile sottoporre i bambini a visita oculistica gratuita previa prenotazione da farsi al numero di telefono 075 812411.
La collaborazione nasce dal fatto che l'Istituto Serafico è un centro specializzato nella riabilitazione dei deficit visivi e possiede un ambulatorio attrezzato di moderne strumentazioni gestite da personale sanitario qualificato per l'età evolutiva. Il Lions club, dal canto suo, attraverso il progetto "Sight First" (vista prima) ha migliorato la vista a 30 milioni di persone dall'anno 1990. Morbillo, virus, infezioni, cataratta, malnutrizione sono le cause più frequenti di cattiva visione e cecità; spesso la vista si migliora anche con semplici occhiali che però molte popolazioni semplicemente non possiedono: i Lions ne organizzano anche la raccolta per poterne donare a persone povere e bisognose.
L'iniziativa dell'Istituto Serafico e del Lions club di Assisi intende sensibilizzare e far sì che una maggiore consapevolezza e attenzione verso le problemantiche sanitarie e la prevenzione portino a ridurre patologie sfumate o conclamate che colpiscono inaspettatamente i nostri bambini.
Un dato conclusivo da parte dell'Organizzazione mondiale della Sanità: la cecità e l'ipovisione, dal 2004, sono globalmente diminuite del 95%, pari a 26 milioni di persone, grazie all'azione congiunta del progetto "Sight First" e del Bausch & lomb Early Vision Institut.
Notevole dunque è stta anche in questa occasione la collaborazione dello staff dell'Istituto Serafico e del presidente del Lions club di Assisi, Carla Schianchi che hanno riversato in questa iniziativa un notevole impegno.
Articolo tratto dal Corriere dell'Umbria del 11 ottobre 2011
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